Magna Grecia a Badolato
Domenica 2
febbraio 2020 mi sono avventurato nella splendida campagna di Badolato, già ricoperta
d'infiniti fiori gialli di acetosella. Mi ero consultato con il prof. Vincenzo
Squillacioti della Radice e mi accompagnava il signor Vincenzo Lanciano,
titolare di un'azienda agricola. Alcuni anni fa egli si è fatto promotore del
restauro di una vecchia icona dedicata a Sant'Elmo, nella quale in passato era
raffigurato il santo con abito scuro da monaco. Il signor Lanciano e altre persone
affermano di aver visto il santo andare in giro di notte con la lanterna, e da
ciò deriva la sua devozione. Mi ero già occupato di Sant'Elmo a Napoli, dove c'è
una cappella a lui dedicata sul forte che porta il suo nome, accanto alla quale
c'era la santa barbara dei Borboni. Lì
mi fu spiegato che il santo proteggeva dal fulmine e a volte appariva sotto
forma di fuoco, i famosi fuochi di
Sant'Elmo, una specie di piccolo lampo blu che si crea per ionizzazione
dell'aria durante i temporali. Pare che a Napoli essi si vedessero sopra il
cordame delle navi nel porto.
Il nome di
Elmo, a Napoli come a Badolato, potrebbe derivare da erma, la stele di pietra sulla quale in Grecia e Magna Grecia si
poneva il busto di Ermes o di altre divinità. Sant'Elmo potrebbe derivare dalla
somiglianza della parola greca erma
con eremo, il deserto, da cui viene la
parola eremita. Nella stradina pianeggiante davanti all'icona, ancora in tempi
non lontani, la domenica di Pasqua si faceva la confronta, l'incontro tra le
due statue di Cristo risorto e sua madre Maria, evento sacro in seguito
trasferito a Badolato Superiore. La confronta si celebra ancora in vari paesi della
fascia jonica come Sant'Andrea. Il prof. Enrico Armogida in uno studio
sull'Inno Omerico a Demetra ha magistralmente dimostrato che la confronta deriva
dall'antica celebrazione dell'incontro tra Persefone (Proserpina) e sua madre
Demetra (Cerere), quando a primavera la figlia tornava dall'Ade, il regno dei
morti, per stare una parte dell'anno con la madre.
Per
arrivare all'icona, avevamo attraversato il torrente chiamato Troia, proprio come
la città distrutta dai Greci. Da una trivellazione praticata nel suo letto anni
fa, fuoriesce un forte getto di acqua che in estate aumenta: una stranezza che
i geologi certamente sapranno spiegare. Le leggende antiche parlano di esuli di
Troia arrivati nelle nostre terre. Anche Virgilio scrive nell'Eneide che,
quando gli esuli troiani dalla nave videro terra, gridarono: Italia, Italia!
Arrivato a
casa, quei ricordi di Magna Grecia mi spinsero a guardare il vocabolario greco
Montanari alla ricerca di qualche indizio sulla grecità del termine Badolato.
Sappiamo che Badolato viene dal latino vadum
+ latum, guado largo. Il vocabolario greco, tuttavia, riporta la parola bathùs, abbondante, e laon, campo di grano (pagine 389 e
1184). Pura coincidenza o antica realtà che il prof. Squillacioti ricorda nelle
abbondanti mietiture della sua infanzia?
Salvatore Mongiardo
4 febbraio 2020
Nessun commento:
Posta un commento