Prima parte
Fino a 12 mila anni fa circa, l’umanità si
nutriva solo di bacche, frutti spontanei e caccia. La caccia era difficile e la
raccolta di frutti aleatoria perché le tribù dovevano spostarsi continuamente
alla ricerca di cibo. Poi, il riso in India e il grano in Medio Oriente
cambiarono il mondo. Il grano si poteva mangiare già tenero sulla spiga o
abbrustolito. E quando seccava, si conservava e si macinava con una pietra: farina,
acqua, fuoco e diventava pane in qualunque momento.
Per gli egizi solo un Dio poteva dare un
cibo così buono e nutriente: Osiride, il Dio del sole. Osiride era morto
soffocato in una bara, chiusa a tradimento dal geloso fratello Seth, ma la
moglie Iside la cercò, aprì la cassa e vide delle piantine di grano, bianche
per la mancanza di luce, che uscivano dal suo corpo: era la nascita del grano. Seth
allora fece a pezzi il corpo di Osiride e lo disperse per tutto l’Egitto. Iside
li ritrovò, li rimise assieme e fece risorgere Osiride a vita eterna. Anche gli
egizi potevano risorgere dalla morte e difatti, nelle feste dedicate a Osiride,
essi piantavano chicchi di grano in statuine di fango a forma del Dio. Poi, con
le piantine spuntate e trapiantate, si otteneva del grano col quale si faceva il
pane e si distillava il vino che si assumevano per poter risorgere. Gli egizi
avevano già elaborato l’idea che c’era un’anima che non moriva ed era destinata
a riunirsi al proprio corpo, come era successo a Osiride.
Gli egizi avevano anche constatato che il
grano sotterrato moriva e rispuntava, mentre il corpo di un morto sotterrato
non risorgeva, marciva. Allora inventarono la mummificazione per preservare il corpo
destinato a riunirsi all'anima. Per questo motivo le tombe dei faraoni erano
fornite anche di provviste alimentari. Per gli egizi la morte non era la fine,
c’era un’altra vita, anche se si svolgeva in un mondo dove Osiride regnava solo
sui morti. Un mondo triste, dove il sole di Osiride era nero.
Seconda parte
Gesù, vissuto in Egitto dopo la fuga da
Erode, venne a contato con due culture diverse da quella ebraica: quella egizia
e quella pitagorico-essena, appresa dai Terapeuti, una comunità ebraica che viveva
attorno ad Alessandria. Vedendo i rituali del grano di Osiride e della mummificazione,
Gesù recepì il bisogno di vincere la morte e lo risolse così: lui è Dio, il
pane è il suo corpo ed il vino è il suo sangue. Chi mangia la sua carne e beve
il suo sangue avrà la vita eterna.
Gesù aggiunse però un primo elemento di
novità rispetto al rito di Osiride: non aspettò il trapianto e la crescita del grano,
ma trasformò il pane sulla tavola nel suo corpo e il vino nel suo sangue. E
aggiunse un secondo elemento di novità nella cena pitagorico-essena: la resurrezione.
Difatti, nell'Ultima Cena, egli dà il pane e il vino come pegno di vita eterna,
mentre nel sissizio italo-pitagorico erano solo simbolo di amicizia e fraternità.
E disco solare di Osiride, che fine ha
fatto con Gesù? Sembra scomparso ed è, invece, sotto gli occhi di tutti: è diventato
l’ostia della messa, che si leva bianca e rotonda come il sole, adorato al
sorgere dai Pitagorici di Crotone.
Conclusione
La storia dimostra ampiamente che attorno
al grano si sono sviluppati valori di convivialità, amicizia e superamento
della morte. Questi valori sono tuttora rappresentati in Calabria col Sissizio,
il Grano Bianco del sepolcro del Giovedì Santo, l’Ostia bianca e rotonda, i mostaccioli di Soriano fatti con farina e miele a forma di animali, il Bue
di pane pitagorico e il Muscolo di grano. Questi valori invitano costantemente verso
una vita libera dalle angosce generate dalla violenza e dalla paura della morte.
Salvatore Mongiardo
6 marzo 2015
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