Città corrispondente all’antica polis magnogreca di Kaulon
Ho dato questo nome al nucleo di
fatti e detti dell’infanzia di Gesù, ascoltati a Monasterace (RC), e registrati
in cassetta nel 1993. La registrazione avvenne a casa della mamma dell’amico
Cesare De Leo, la signora Lucia, deceduta nel 1996. La signora Michela Origlia ha
inciso, nel dialetto di Monasterace, il racconto che ho trascritto in italiano,
apportando il minimo possibile di variazioni. A me sembra che questo Vangelo sia un reperto prezioso, perché
rispecchia i vangeli apocrifi, soprattutto i due che ho appena riletto per
confronto: il Vangelo dell’infanzia arabo
siriaco e il Vangelo dell’infanzia armeno. E’ da notare che l’episodio dell’attraversamento
del campo di lupini era noto anche a Sant’Andrea, e mi fu narrato da mia madre.
Si può ragionevolmente pensare che il Vangelo
di Monasterace si sia formato nei primi secoli del cristianesimo, e un dibattito
tra specialisti potrebbe chiarirne meglio la genesi e i contenuti.
Particolarmente interessante, e unica per quanto ne so io, la vicenda del
lievito del pane, che, secondo le più antiche dottrine indiane ayurvediche ed
ebraiche, fa male. Il lievito rubato alla Madonna forse riecheggia
l’introduzione del lievito nella panificazione occidentale. Dedico questo
vangelo alla memoria della signora Lucia e delle donne che lo hanno tramandato dall’antichità
fino a noi.
Primo episodio: Il pane buono.
Una vicina chiamò la serva e le
disse:
-Senti,
senti, Rosiceda, la tua padrona come fa il pane?
Rosiceda rispose:
-Ah,
sapete come fa? Con il lievito! Voi non avete il lievito?
La vicina disse:
-No,
a noi nessuno ha dato il lievito.
Rosiceda disse:
-Aspetta
fino a quando la mia padrona farà il pane!
Mentre la Madonna faceva il pane,
Rosiceda prese un po’ di impasto e la Madonna disse:
-Dove
lo porti, dove lo porti, birbantella?
Rosiceda rispose:
-Niente,
niente, lo do alla gallina!
Invece lei andò a portarlo alle
vicine, che con quel piccolo pezzetto di impasto da allora fecero pane buono.
Secondo episodio: Gesù chiede pane
Il Bambino aveva fame e la Madonna gli disse:
-Va’
dalla comare e, se fa il pane, dille di dartene.
Il Bambino andò dalla comare e
chiese:
-Mi
date un pezzo di pane?
La comare rispose che l’aveva
fatto, ma non gliene voleva dare.
Gesù ritornò dalla Madonna e disse:
-Mamma,
non me ne ha dato!
-Cosa
stava facendo la comare?
Gesù rispose:
-Si
stava pettinando.
E la Madonna :
-Dille,
figlio, “(Sia) maledetta quella treccia che di venerdì s’intreccia!”
Poi Gesù andò da un’altra comare,
la quale stava appunto facendo il pane, e le chiese:
-Mi
date un po’ di pane?
Appena lo sfornò, la comare gli diede
un pane e una focaccia, e allora Gesù disse:
-Maledetta
quella treccia che di venerdì s’intreccia! Benedetta quella pasta (di pane) che
di venerdì s’impasta!
Terzo episodio: La fuga in Egitto
(In quel tempo) fu deciso che bisognava
uccidere tutti i bambini maschi.
-Adesso
come faccio, come faccio che mi uccidono il bambino!
Ne parlò con San Giuseppe e
fuggirono per andare a nasconderlo in Egitto. Passarono per un campo di orzo, dalle
spighe raspose e intricate. Mosse dal loro andare, si appiccicarono alla
Madonna, che disse:
-Anche
tu mi vuoi impastoiare? Possa tu esser buono solo a prima fame (come bevanda
per la colazione) e poi per le galline!
Passarono dopo per un
appezzamento di lupino che (scosso dai piedi) si mise a crepitare (i lupini
secchi fanno rumore nei baccelli) e la Madonna disse:
-Adesso
il lupino suona, finirà che mi sentono e mi uccidono il bambino! Non vedi
quanta amarezza ho? Anche tu ti metti a suonare? Possa avere tu metà della mia
amarezza! (I lupini sono amari e per mangiarli bisogna tenerli a bagno in acqua
per una settimana).
Infine passarono per un campo di
ceci e anche quelli fecero rumore nei baccelli. La Madonna disse:
-Adesso
anche questi fanno rumore? I nemici scoprono il bambino, e me lo uccidono! Ho
tanta pena, tanta ansia per questo figlio! Possiate voi avere la metà della mia
pena!
E difatti le piante dei ceci,
quando cominciano a formarsi i baccelli, hanno le foglie ricoperte di una
mucillagine appiccicosa (precìda in monasteracese).
Quando passarono davanti a un
fico, l’albero si aprì e nascose dentro il tronco la Madonna , San Giuseppe e il
Bambino. I nemici che volevano uccidere il bambino non li videro. Allora il
fico tornò ad aprirsi e i tre se ne andarono.
-Possa
tu fare frutti due volte l’anno (fichi fiori a giugno e fichi in agosto) e farli
col miele in bocca!
Quarto episodio: l’anfora (cortara) rotta
Un giorno una donna va alla
fontana per attingere acqua con la cortara (anfora di coccio a bocca larga),
che le sfugge di mano e si rompe. La donna si dispera e ha paura che, arrivando
a casa, il marito la sgridi. Allora prega Gesù, torna alla fontana e trova l’anfora
risanata.
Nota
Riporto l’esortazione di Marcello
Craveri, autore de I Vangeli apocrifi, Einaudi:
… fare tesoro degli ammonimenti del Gesù
degli apocrifi per costruire finalmente un mondo nuovo…
14 giugno 2014 Salvatore
Mongiardo
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