Risorge
la vecchia Chiesa Matrice di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, CZ.
Carissimi
Andreolesi, Amiche ed Amici,
si sta per avverare il
sogno di migliaia di noi sparsi nei cinque continenti: il recupero della veneranda
Chiesa Matrice abbattuta nel 1966. Quello che fino a ieri sembrava impossibile,
oggi finalmente si realizza! Il grande rimpianto per la distruzione della
Chiesa Matrice ora si placa in parte con il recupero delle pietre, dei graniti
della volta, delle colonne, delle scalinate e di tutti gli elementi
architettonici che da quasi cinquanta anni giacciono a Fabellino. Un destino
benevolo ha voluto che i detriti rovesciati nella voragine di Fabellino rimanessero
compatti e uniti in una posizione favorevole al loro recupero. Le rovine sono rimaste in attesa che
andassimo a cercarle al limite della strada che da Sant’Andrea va verso la
montagna, a circa 1 km dal centro.
Questo recupero avviene
per iniziativa del CENTRO SOCIALE
PER ANZIANI "BRUNO GENCO" – del nostro Paese. E’ per incarico del
Centro che rivolgo a voi tutti un appello perché partecipiate
a questo avvenimento storico.
Il giorno 6 agosto 2013, alle ore 18, avverrà
il recupero delle prime pietre a Fabellino: un appuntamento con la storia da
non perdere.
Il giorno 14 agosto 2013, alle ore 21.00, nel
Cortile delle Suore Riparatrici, si terrà un incontro nel quale farò da moderatore
e interverranno:
Maria
Antonietta Lijoi, Presidente Circolo Sociale per Anziani Bruno Genco, il
Sindaco Gerardo Frustaci, l’Assessore Franco Monsalina, Mario Codispoti
Presidente ARA, Andrea Corapi Presidente AMA, Alfredo Varano e don Francesco
Palaia.
Nulla
potrà più restituire le atmosfere, le penombre, lo splendore degli altari policromi,
dei dipinti delle cappelle, la maestosità del campanile, la voce antica delle
tre campane, il pellicano dipinto sull’abside che si squarciava il petto per
nutrire col sangue i suoi tre piccoli, le balaustre in ferro battuto…
Il
recupero, che sarà illustrato nei dettagli tecnici dall’architetto Alfredo
Varano, assume valore di abbraccio simbolico
che da Sant’Andrea si protende al Tempio di Gerusalemme, alle chiese, alle
moschee e a tutti i luoghi sacri del mondo distrutti nelle guerre di religione
e di conquista.
Chiedo a tutti quelli
che hanno foto, cartoline, immaginette che riguardano la vecchia Chiesa
Matrice, di mandarmeli per farne col tempo un libro. Per fortuna la grafica
computerizzata oggi ci permette di fare una ricostruzione virtuale della
Chiesa, e invito chi è esperto in
materia a farsi vivo. Chiedo anche a ognuno che ha un ricordo, una storia, un aneddoto
da raccontare sulla Chiesa, di mandarmela per catalogarla.
Personalmente ho
vissuto quella Chiesa in tutti i sacri penetrali, nelle immagini dei Santi, nel
canto della liturgia, nella voci dei vecchi sacerdoti. La sua distruzione ha
lasciato in me un vuoto incolmabile, ma mi ha anche portato a fare una predizione,
come ho scritto nel mio Ritorno in
Calabria, che allego e invito a rileggere per l’occasione.
Dal capitolo 33, La vigna di Tralò, -il colloquio tra me
e Cristo-:
…Io
mi misi a pregarlo:
–
Signore, salva la Calabria, salva la mia terra! –
Gesù
alzò lo sguardo e disse:
-
Nel terzo millennio dalla mia nascita a Betlemme, lo Spirito di Dio soffierà
sul mondo, gli abitanti di tutte le nazioni si riconosceranno fratelli e
affideranno la loro vita a madri, sorelle, spose, figlie, amiche: la donna
salverà l’umanità dalla violenza. Allora
le donne della Calabria verranno a Fabellino e cercheranno le pietre della
vecchia chiesa non per erigere l’altare del sacrificio, ma la mensa dell’amore
fraterno. La vecchia chiesa era bella, ma non era la mia chiesa.
Il
vento del Sud si levò insolito per quell’ora. Mi girai per un attimo a guardare
le larghe folate che rovesciavano le chiome d’argento degli ulivi e agitavano
le cime dei cipressi nel cimitero. Quando tornai con lo sguardo non vidi più
Gesù, che fino a un istante prima era seduto accanto a me. Le lacrime mi
sgorgarono a dirotto e caddero sulla terra di Calabria, amata e amara. Allora
capii chi ero e cosa dovevo fare: vivere per aiutare gli altri, vivere per
aiutare la mia gente…
Cominciai
a scendere dalla vigna verso il paese. Il sole era calato dietro la montagna e
nel cielo un gregge di nuvole rosa avanzava verso il mare. Gli ultimi bagliori
si diffondevano sul Golfo di Squillace e, anche se era il tramonto, quella luce
mi appariva con i colori teneri del mattino. Pensai che non era lontana l’alba
del tempo nuovo che Gesù mi aveva annunciato.
Salvatore
Mongiardo
24
luglio 2013