Esortazione
a Papa Francesco
Santità,
per una fortunata
coincidenza il mio libro Cristo ritorna
da Crotone è andato in stampa a Roma
lo stesso giorno della Vostra elezione a papa. Anche io ero in Piazza San
Pietro aspettando che si aprisse il balcone, e mi è piaciuto quando avete recitato
insieme a tutti noi il Padre Nostro
che dice:
Rimetti
a noi i nostri debiti.
I debiti pubblici hanno
raggiunto livelli inaccettabili e bisogna abbatterli per il bene di tutti, soprattutto
dei più poveri. Le grandi culture come l’ebraica, la pitagorica e l’islamica
hanno sempre condannato il pagamento di interessi sui debiti: il meccanismo
perverso degli interessi sta spingendo i popoli verso una nuova miseria. Ed è troppa
l’angoscia tra le popolazioni che assistono agli ondeggiamenti dei mercati
finanziari ormai fuori controllo.
Nel mio libro, al
capitolo 37, propongo la soluzione del problema dei debiti in questo modo:
CONGELARE
I DEBITI PUBBLICI
NON
PAGARE PIU’ INTERESSI
RESTITUIRE
IL DEBITO IN UNA VENTINA DI ANNI.
Io non ho l’autorità
per portare avanti questa campagna che invece acquisterebbe straordinaria
potenza sulla Vostra bocca dal momento che avete voluto chiamarVi Francesco, come
il Poverello di Assisi. Io vengo da una terra di emigrazione, la Calabria, e in
Argentina ho visitato una numerosa comunità di Calabresi, alcuni noti anche a Voi.
Dalla Calabria viene anche una lezione di comunione di vita e di beni col
Pitagorismo, e una capacità di grandi visioni con Gioacchino da Fiore.
Spero che Vi facciate
interprete di questa proposta presso la comunità internazionale e mi auguro che
veniate a visitare la Calabria, la terra che fu madre dell’Italia e culla
dell’Eucaristia.
Fraternamente,
Salvatore Mongiardo
Roma,
19 marzo 2013
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